23 Gennaio 2019 Comments(0)

    Il mio primo romanzo

    Dopo due anni di lavoro, di idee scartate, soluzioni ispirate e altre scaturite da lunghe riflessioni, il lavoro di revisione prima mio, poi dell’editor, quindi i ritocchi finali all’aspetto grafico, il mio romanzo “La persistenza dell’Anima” è finalmente nato. Nascere è il verbo più azzeccato, poiché davvero lo sento come un figlio, una creatura messa al mondo da me e che, da questo momento, spero acquisti la forza di camminare per il mondo, ora con il mio aiuto, ma tra qualche tempo che impari a farlo da solo.

    Alcune volte mi capita di tornare con il pensiero a quando ho iniziato a scrivere le prime pagine, il prologo. Non sapevo che storia sarebbe venuta fuori, avevo soltanto qualche vaga idea, ma avevo chiara, per la prima volta in vita mia, che avrei portato a termine la stesura di quel romanzo. Così come ero sicuro che, una volta finita la stesura e le mie varie revisioni, avrei per la prima volta cercato di pubblicarlo. Mandare un romanzo alle case editrici richiede coraggio. Non perché sia una cosa pericolosa, naturalmente, ma perché metti a nudo te stesso, e lo fai con persone che dovranno giudicare non solo quello che hai scritto. Dovranno giudicare inevitabilmente anche te, i tuoi pensieri, le tue credenze e ciò che odi… in una parola: la tua vita. Perché tutto questo confluisce in quello che scrivi: nelle mie pagine scorre la mia vita.

    Ho sempre avuto paura di questo giudizio globale, necessario da affrontare per arrivare alla pubblicazione. Eppure, ancora prima di aver trovato la trama definitiva del mio romanzo, ero sicuro che non mi sarei fatto fermare questa volta, come se dentro di me avessi già combattuto e superato quella paura. Paura mista a vergogna. Mi basta ripensare a quando non facevo leggere a nessuno qualsiasi cosa scrivessi. Se avevo il taccuino o il pc aperto, li chiudevo immediatamente.

    Di paure ce ne sono altre, adesso. Sono paure che nascono dalla responsabilità di aver messo al mondo un romanzo. Come se entrassi finalmente nel mondo degli scrittori – mondo che ho sempre guardato con ammirazione e rispetto. Ma ci entro in punta di piedi, per fare meno rumore possibile, poiché mi rendo conto di quante cose non sappia. Ma ci entro con serenità poiché ho acquisito una maggiore consapevolezza di me stesso e dei miei limiti. Questo mi dà la spinta per studiare, per informarmi, sapendo bene che è una strada senza fine. Ma è una strada piena di felicità perché ci saranno sempre nuovi libri da leggere e, soprattutto, nuovi libri e nuove storie da scrivere.

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