
Una vita come tante
di Hanya Yanagihara
Ho appena finito di leggere questo splendido libro e vorrei fare qualche considerazione.
“Una vita come tante”, un titolo che acquista la parvenza di un ossimoro se associata al vero protagonista del romanzo. Una persona, Jude St. Francis, che nel corso della sua vita è costretta ad attraversare un inferno personale e a tratti insopportabile. E, forse, proprio questo è il tema principe del romanzo: la resilienza. Una resilienza pur inconsapevole, ma alla fine più forte del dolore, un dolore che mette alla prova la vita stessa. Il tema della resilienza, poi, si intreccia indissolubilmente con l’altro tema fondante: l’amore. Non soltanto amore passionale o romantico, come ho letto in una recensione, ma amore in tutte le sue forme.
Amore donato, amore ricevuto, cercato o subito. Ma c’è anche la paura dell’amore. Desiderio e paura, in una tensione continua tra questi due opposti che sublima nella resilienza. La definivo resilienza inconsapevole perché Jude, il protagonista, si trascina – letteralmente – avanti, semplicemente per il desiderio di un po’ di gentilezza da parte di qualcuno. Per lui, però, amore è uguale a sofferenza. Quando diventa anche sofferenza fisica, Jude decide di abbandonarla, quella vita che gli procura soltanto sofferenza. Qui c’è una descrizione splendida del cambiamento che avviene nella mente di chi ha deciso di uccidersi. Non più preoccupazioni, non più pensieri assillanti, ma un senso di libertà e leggerezza che fa domandare come mai non ci abbia pensato prima. Ma la vita è più forte delle nostre decisioni, ha una resilienza insita nelle proprie trame, ecco perché inconsapevole, a volte. Spesso non ci accorgiamo della bellezza che ci circonda, dell’amore che aspetta soltanto la nostra attenzione per avvolgerci con il suo tepore. Siamo troppo offuscati dalla paura, dalla mancanza di fiducia in noi stessi e negli altri, quindi abbiamo difficoltà ad aprirci agli altri. E poi siamo offuscati dalle nostre credenze acquisite, la cosiddetta esperienza.
All’inizio della lettura sembra di trovarsi di fronte a un romanzo corale, con quattro ragazzi, studenti di college a New York, di cui avremmo seguito le storie. Piano piano, però, diventa chiaro che il vero protagonista è Jude, un personaggio che ti entra dentro, e lì resta, quasi fosse una persona conosciuta davvero, un amico. Sensazione aiutata anche dalla lunghezza del romanzo. Nelle oltre mille pagine, si ha il tempo di frequentare Jude e i suoi amici, quasi che il lettore, insieme a loro, diventasse protagonista delle tante vicende. Leggendolo non siamo spinti a continuare da una suspance creata dagli avvenimenti. Siamo invogliati a continuare la lettura per conoscere meglio il protagonista e tutti gli altri. Grazie alla maestria nella descrizione della psicologia e dei sentimenti dei personaggi, l’autrice tratteggia una storia e dei personaggi talmente realistici, veri, da dare la sensazione di leggere una biografia, di osservare una strada piena di vita dalla finestra della propria casa.
In un romanzo così complesso e di ampio respiro, dentro c’è la vita con tutte le sue sfaccettature. Jude diventa quasi metafora del genere umano per la grande e variegata quantità di relazioni che intesse dalla tormentata infanzia, fino a una tormentata maturità. Una vita il cui tormento, però, assume una valenza completamente diversa. Ecco che il titolo, “Una vita come tante”, benché ci troviamo di fronte a una vita maledettamente straordinaria, torna ad avere il significato letterale. Tutti, in un modo o in un altro, veniamo toccati più o meno in profondità da Jude e da i molti personaggi che lo circondano, ciascuno delineato in maniera profonda e intelligente.
Non voglio svelare troppo di questo romanzo, ma se non vi spaventate della lunghezza, questo romanzo vi prenderà per mano e vi accompagnerà in un viaggio dentro un mondo, mischiando sapientemente fantasia e realismo: una New York descritta con una minuzia quasi documentaristica con dei personaggi vividi e squisitamente originali. Ma il viaggio si trasformerà lungo il cammino per diventare un viaggio dentro l’umanità tutta, per concludersi, infine, in un viaggio dentro noi stessi.